Il Fondatore
P. Léon Dehon 14.03.1843 - 12.08.1925
Fondatore della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù
Prima di morire, rivolgendosi al S. Cuore di Gesù dice:
“Per Lui sono vissuto e per Lui muoio”.
Leone Dehon è nato il 14 marzo 1843 a La Capelle in Francia e muore a Bruxelles, in Belgio, il 12 agosto 1925. Una vita dedicata e consacrata totalmente all’Amore di Cristo e al servizio della missione.
Ancora adolescente ha sentito la vocazione al sacerdozio, incontrando l’avversione dei genitori. Obbedendo alla volontà del padre ha frequentato gli studi di diritto a Parigi, accettando di fare anche un lungo viaggio offertogli dal genitore per distrarlo dall’idea del sacerdozio.
Nell’arco di dieci mesi visitò diverse regioni tra le quali la Terra Santa. Al termine di questo lungo viaggio, Leone chiese e partì per Roma ed entrò nel Seminario di S. Chiara. Il 19 dicembre del 1868 fu ordinato sacerdote, con la presenza e l’assenso ormai convinto e benedicente dei genitori. Nominato vicario parrocchiale di San Quintino, iniziò la sua missione con entusiasmo e intraprese subito iniziative pastorali in svariati settori: oratorio, collegio, circolo giovanile, operaii, attività pubblicistica e di stampa. Scopre subito la condizione operaia e il fossato che separa la Chiesa dalla società dell’epoca: “Bisogna uscire dalle sacrestie per andare al popolo”.
Sacerdote colto, di profonda spiritualità e dinamismo, tuttavia aveva in sé un qualcosa che lo inquietava: dopo un lungo discernimento prese la decisione di fondare la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, il 28 giugno del 1878, giorno della sua prima professione.
Il fine della Congregazione sarà il culto d’amore e riparazione al Sacro Cuore di Gesù e la diffusione del suo Regno nelle anime e nella società.
Come tutte le opere di Dio ebbe prove innumerevoli. Ma forte della protezione del S. Cuore la tempra di p. Dehon non si scosse.
La sua formazione culturale e la sua sensibilità l’ha portato ad agire soprattutto nell’ambito sociale e missionario, diffondendo il pensiero sociale della Chiesa attraverso conferenze, articoli, riviste e libri, tra cui il Manuale Sociale Cristiano.
Ha anche aperto la Congregazione all’azione missionaria, inviando i propri religiosi in America e Africa.
Dalle Note quotidiane e dal Diario di p. Dehon conosciamo il suo desiderio di essere missionario fin da ragazzo: “Desideravo donarmi. Volevo essere religioso e missionario. Leggevo con avidità i bollettini che parlavano dei missionari e della conversione alla fede nei luoghi di missione”.
Fin dall’inizio della Congregazione, p. Dehon ha visto le missioni come un campo vastissimo dove valorizzare lo spirito caratteristico: l’amore verso Dio e verso il prossimo, la riparazione, portando le anime alla salvezza. Questo impegno si manifesta nell’apostolato praticato con generosità donando la vita, poco a poco, giorno per giorno, in “quelle forme di apostolato che richiedono maggior sacrificio, come l’assistenza agli operai, la cura dei poveri, le lontane missioni”.
Il primo grande missionario dehoniano, che ha aperto la strada a tutti gli altri, è stato mons. Gabriele Grison.
Il 10 novembre 1888, arriva la proposta di collaborazione missionaria nell’Ecuador. Partivano per quella prima missione p. Gabriele Grison e p. Ireneo Blanc. Seguirono altri padri e fratelli, fra questi anche p. Lux. Ma tutto terminò l’8 giugno 1896, quando il governo massonico espulse tutti i missionari. I Padri dehoniani lasciarono l’Ecuador il 12 giugno, festa del S. Cuore.
Esattamente un anno dopo, il 12 giugno 1897, p. Dehon firmava la convenzione per un nuovo impegno nell’alto Congo. P. Grison e p. Lux si imbarcarono il 6 luglio 1897, con molta fede e molto coraggio. Dopo un mese dall’arrivo, p. Lux si ammala gravemente e deve tornare in Europa.
P. Grison resta solo per sette mesi. Residenza provvisoria fu Kisangani, allora formata da una dozzina di baracche e poche capanne di fango e paglia. Il padre celebra la prima S. Messa la notte di Natale 1897: era nel cuore della foresta equatoriale, circondato solo da alcuni coloniali e da una folla di curiosi, venuti dalle vicinanze. Così nasceva la prima e più importate missione dei dehoniani.
Nel frattempo p. Dehon si preoccupa di mandare rinforzi in aiuto di p. Grison. Dal 1897 al 1903 i missionari partiti per il Congo furono 25, 18 padri e 7 fratelli. Ma fu duro adattarsi. Nel 1901, p. Grison scriveva: “il clima è micidiale … in due anni e mezzo su 12 missionari arrivati ne abbiamo persi 7, fra morti e ritornati”.
Con la mentalità di oggi noi avremmo interrotto le partenze, in attesa di tempi migliori. Non la pensavano così p. Grison, che continuava a chiedere aiuti e p. Dehon, che continuava a preoccuparsi di trovarli e di inviarglieli.
Per un progresso vero i missionari non imposero la propria lingua, ma composero e stamparono le prime grammatiche in lingua kiwaili e lingala. Sorsero villaggi, città e due diocesi: Kindangani e Wamba. Seminari che hanno dato i loro frutti. I primi due sacerdoti novelli furono consacrati da Mons. Grison.
Nel 1893 p. Dehon invia cappellani del lavoro in Brasile del Nord nelle filature di Camaragibe e nello zuccherificio di Goyana. Qui si univano l’impegno missionario e sociale. Altri padri partirono nel 1903 per il Brasile del Sud.
Nel 1907 dopo una visita sul posto, p. Dehon accetta la missione in Finlandia, anche se la prevede difficile e ben diversa dalle altre missioni. Nel 1910 inizia la missione in Canada.
Nel 1912, p. Dehon nota nel Diario: “Il 5 novembre a Sittard partenza di 6 missionari per il Camerun …”. Il p. Lennartz, che guidava il gruppo, venne accolto da un fervoroso neofita, Pietro Wame, il quale nel salutarlo esclamò: “Ora la mia gioia è grande come il torrente nella stagione delle piogge. Se parli a gente di cui non conosci la lingua, io sarò la tua bocca”.
Così, è iniziato, e così continua il lavoro dei dehoniani.
“Il sacro Cuore ci ha amati smisuratamente, sino alla follia. Potremo rifiutargli quello che ci domanda: l’AMORE, la riconoscenza, l’OBLAZIONE di noi stessi, la consolazione e la RIPARAZIONE, per compensarlo dell’indifferenza di tante anime?”. (P. Dehon, Direttorio spirituale)
Partendo dalla visione evangelica del nostro Fondatore, p. Dehon, scopriamo e sperimentiamo nel segno del Costato aperto e del Cuore trafitto del Cristo, nostro Salvatore, l’amore unico e gratuito di Dio che salva.
Accogliendo lo Spirito che fa di noi uomini nuovi, vogliamo corrispondere a questo amore imitando la vita di Gesù con la professione religiosa dei consigli evangelici, unendoci alla sua offerta totale al Padre e ai fratelli fino alla donazione totale di sé sulla croce e imitando Maria nella sua disponibilità al progetto di Dio, offrendo tutto ciò che siamo e facciamo, soprattutto le nostre persone e la nostra vita per il servizio del Regno.
Ci impegniamo con la nostra umile collaborazione all’opera riparatrice della Chiesa in una costante attenzione agli uomini, la riconciliazione di Dio verso coloro che necessitano maggiormente di amore.
Ci sforziamo di vivere in comunione fraterna, possibile in Cristo, unendo le nostre forze e nel rispetto reciproco, nell’amore fraterno, nella solidarietà e nella corresponsabilità. Nutriamo e incrementiamo la nostra vocazione d’amore e di riparazione celebrando e seguendo Cristo nella sua donazione totale per la salvezza e la gloria della Trinità.
La comunità di Casa S. Maria è animata dalla spiritualità del Cuore di Gesù e si esprime in attività che manifestano questo amore per gli uomini mediante un servizio e l'apostolato nell'annuncio del Vangelo e nel culto dell'adorazione della preghiera e nel servizio della Riconciliazione.
Tutti dobbiamo avvicinarci con più confidenza al Cuore di Gesù. Quando vicini a Lui ci lasceremo investire dalla fiamma dell’Amore sarà più facile, anzi inevitabile, sentire il bisogno di amare i nostri fratelli. Gesù è venuto nel mondo per indicarci il Suo Cuore come la sorgente dell’Amore. Attingiamoci con tutto il nostro cuore.
Abbiamo bisogno di accostarci al Cuore di Gesù. Lui porterà l’amore e la pace dentro di noi, nelle nostre famiglie e nella società intera. Scriveva S. Margherita Maria Alacoque: “L’amabile Cuore di Gesù non cessa di consumarsi per l’amore che ci porta. Fra noi vuole stabilire il Suo nuovo Regno, unicamente per versare su di noi più copiose le Sue misericordie”.
Avviciniamoci al Cuore di Gesù: sentiremo allora il bisogno di giudicare noi stessi non più dalla grandiosità delle opere compiute, ma unicamente dalla somma di amore che accendiamo intorno a noi!
Mio amabile Gesù, per testimoniarti la mia riconoscenza e in riparazione delle mie infedeltà e degli oltraggi che vi fanno, vi dono il mio cuore, mi consacro interamente a te, al tuo divin Cuore, e prometto, per tua grazia, di non più offenderti.
Lodato, adorato, amato, ringraziato e consolato sia sempre il Cuore eucaristico di Gesù in tutti i tabernacoli del mondo, fino alla fine dei secoli.
Sia benedetta la tutta santa e immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
San Giuseppe, amico del Cuore di Gesù, prega per noi. P. Dehon
“Vi lascio il più meraviglioso di tutti i tesori:
il CUORE di GESÙ”.
(P. Dehon, Testamento spirituale)